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ARRIVA LA LETTERA DI TRUMP: E SONO " DAZZI" AMARI

ARRIVA LA LETTERA DI TRUMP: E SONO " DAZZI" AMARI

La nuova guerra mondiale ha i dazi al posto dei carri armati

Editoriale di Luigi Palamara


Avevamo avuto l’illusione, per decenni, che le guerre potessero essere solo un ricordo da studiare nei libri, una lezione imparata a fatica nel Novecento. Invece eccoci qua, in piena estate 2025, a contare le prime vittime non sui campi di battaglia, ma nei bilanci delle aziende, nei portafogli dei consumatori, nelle borse che oscillano come bandiere al vento.

Donald Trump, rientrato trionfante alla Casa Bianca, ha deciso di impugnare nuovamente l’arma che più gli somiglia: il dazio. Lo fa con lo stile di sempre, brutale, diretto, senza curarsi dei cerimoniali diplomatici. Dazi del 30% all’Unione Europea e al Messico. “Per proteggere l’America”, dice. Ma a essere bombardati non sono i nemici: sono gli alleati.

Non c'è bisogno di armi quando si può strangolare l'economia con una firma. Trump lo sa, e lo fa.

Chi pensava che i dazi fossero un relitto del secolo scorso, un errore della Grande Depressione, ora si accorge che sono tornati. E sono diventati ideologia, dottrina, bandiera. Non è solo protezionismo: è revanscismo economico, un modo per piegare il mondo all’unico imperativo che conta nel trumpismo: “America First”.

Ma il mondo non sta fermo. L’Europa, sorpresa e umiliata, prepara contromisure. Il Messico protesta, la Cina sorride – perché ogni frattura tra USA ed Europa è una porta che si apre a Pechino. Intanto il Sud globale osserva e calcola: è finita l’epoca del libero scambio? Forse stiamo entrando in una nuova era: quella dei blocchi economici contrapposti, come quelli militari durante la Guerra Fredda.

Il contraccolpo sarà profondo. Lo sarà nei prezzi dei beni, che saliranno. Lo sarà nei mercati, che ondeggeranno come corazzate senza timone. E lo sarà nei rapporti internazionali, che si sfilacciano come alleanze d’epoca imperiale. Nessuno si fida più di nessuno.

Trump ha riacceso il motore della storia. Solo che questa volta non ci saranno trincee né carrarmati. Ci saranno container bloccati, fabbriche ferme, disoccupati in fila. Le guerre si combattono ancora, ma i generali siedono nei ministeri del commercio. E i missili si chiamano “tariffa doganale”.

Non illudetevi: è guerra.
Solo, non l’abbiamo ancora riconosciuta come tale.

Luigi Palamara Tutti I diritti riservati

La lettera di Trump.

«Gentile Signora Presidente, è per me un grande onore inviarle questa lettera, in quanto dimostra la forza e l'impegno delle nostre relazioni commerciali e il fatto che gli Stati Uniti d'America abbiano accettato di continuare a collaborare con l'Unione Europea, nonostante uno dei nostri maggiori deficit commerciali con voi. Ciononostante, abbiamo deciso di andare avanti, ma solo con un COMMERCIO più equilibrato ed equo».

«Pertanto, vi invitiamo a partecipare alla straordinaria economia degli Stati Uniti, di gran lunga il mercato numero uno al mondo. Abbiamo avuto anni per discutere delle nostre relazioni commerciali con l'Unione Europea e abbiamo concluso che dobbiamo abbandonare questi deficit commerciali a lungo termine, ampi e persistenti, generati dalle vostre politiche tariffarie e non tariffarie e dalle vostre barriere commerciali. Le nostre relazioni sono state, purtroppo, tutt'altro che reciproche».

«A partire dall'1 agosto 2025, applicheremo all'Unione Europea una tariffa di solo il 30% sui prodotti Ue spediti negli Stati Uniti, distinta da tutte le tariffe settoriali. Le merci trasbordate per eludere una tariffa doganale più elevata saranno soggette a tale tariffa doganale più elevata. Vi preghiamo di comprendere che il 30% è di gran lunga inferiore a quanto necessario per eliminare il divario di deficit commerciale che abbiamo con l'Ue. Come sapete, non ci saranno tariffe doganali se l'Unione Europea, o le aziende all'interno dell'Ue, decideranno di costruire o produrre prodotti negli Stati Uniti e, di fatto, faremo tutto il possibile per ottenere le autorizzazioni rapidamente, professionalmente e regolarmente - in altre parole, nel giro di poche settimane. L'Unione Europea consentirà un accesso completo e aperto al mercato degli Stati Uniti, senza che ci vengano addebitate tariffe doganali, nel tentativo di ridurre l'elevato deficit commerciale. Se per qualsiasi motivo decidete di aumentare le vostre tariffe e di reagire, l'importo, qualunque sia l'aumento scelto, verrà aggiunto al 30% che applichiamo. Vi preghiamo di comprendere che queste tariffe sono necessarie per correggere i molti anni di politiche tariffarie e non tariffarie e barriere commerciali dell'Unione Europea che causano gli ingenti e insostenibili deficit commerciali a carico degli Stati Uniti».

«Questo deficit rappresenta una grave minaccia per la nostra economia e, di fatto, per la nostra sicurezza nazionale! Non vediamo l'ora di collaborare con voi come vostro partner commerciale per molti anni a venire. Se desiderate aprire i vostri mercati commerciali, finora chiusi, agli Stati Uniti ed eliminare le vostre politiche tariffarie e non tariffarie e le barriere commerciali, potremmo valutare una modifica a questa lettera. Queste tariffe potrebbero essere modificate, al rialzo o al ribasso, a seconda del nostro rapporto con il vostro Paese. Non rimarrete mai delusi dagli Stati Uniti d'America. Grazie per l'attenzione a questa questione. Con i migliori auguri, Donald J. Trump».

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