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Quale la fine di Roberto Occhiuto?

Ora parlo io! “Onestà sospesa” – L’ora fragile di Roberto Occhiuto

Editoriale di Luigi Palamara


C’è un momento, nella vita pubblica, in cui la verità giuridica cede il passo alla percezione collettiva. È quel momento – delicatissimo – in cui un avviso di garanzia, pur non essendo una condanna, basta da solo a incrinare l’aura di integrità. E oggi, Roberto Occhiuto, Presidente della Regione Calabria, vive esattamente quell’istante.

Possiamo chiamare questa fasela sospensione dell’identità pubblica”. Perché la leadership, come l’amore collettivo, è una costruzione di fiducia. Basta un tremore, una crepa, e tutto rischia di disfarsi.

Oppure senza usare mezze misure: Se anche fosse innocente, ha già perso. Perché chi fa politica in Italia deve sapere che la sola ombra vale quanto una condanna”.

I fatti, nudi e crudi

L’accusa è grave: corruzione, la malattia endemica della Calabria, terra che di riscatto ha fame, ma che è spesso costretta a digiunare proprio a causa dei suoi interpreti. Eppure, a ben vedere, le carte vere non ci sono ancora: solo un avviso di garanzia, una notifica di proroga delle indagini, nessun arresto, nessun interrogatorio formale. È un atto dovuto – dicono. E, per ora, è anche un atto vuoto.

Ma è sufficiente? No. È troppo.

Occhiuto non è un politico qualunque. È il volto di Forza Italia del dopo-Berlusconi, l’unico governatore del Sud a incarnare una visione di efficienza liberale con una vena tecnocratica. Era – e forse è ancora – il simbolo di una Calabria che voleva darsi un tono europeo, parlando di riforme, energia e sanità digitale. Ma ora quel volto è sfregiato. E il suo destino si gioca più nei salotti romani che nei tribunali di Catanzaro.

4 le ipotesi sul tavolo

Sarà arrestato?
Difficile. L’inchiesta è ancora nebulosa, senza evidenze eclatanti. Al momento, nessun provvedimento restrittivo è stato nemmeno ipotizzato.

Sarà rinviato a giudizio?
Possibile. Dipenderà dall'esito dell’interrogatorio e da ciò che emergerà nei prossimi mesi. Ma al momento non ci sono elementi schiaccianti.

Si dimetterà?
No, non prima che la situazione precipiti. Occhiuto non è uomo da farsi da parte per sospetto. È cresciuto in un partito dove la presunzione d’innocenza è un dogma, e sa che le dimissioni preventive in Italia sono spesso il sigillo sulla tomba politica.

Finirà in una bolla di sapone?
È l’ipotesi più probabile. Non perché le indagini siano infondate, ma perché la politica ha anticorpi lenti e selettivi. Se la magistratura non produrrà una prova netta, tutto si ridimensionerà. E sarà come se nulla fosse accaduto. Ma qualcosa sarà accaduto eccome: una ferita simbolica, irreversibile nella fiducia dei cittadini.

Occhiuto oggi è un uomo in sospensione. Non è colpevole, non è innocente: è solo in attesa. Non tanto di un giudizio, quanto di una riabilitazione morale, che è ben più difficile da ottenere di un’assoluzione penale.

In lui si incarna l’eterno paradosso della politica italiana: si può vincere con l’onestà, ma si può cadere anche solo per il sospetto di averla tradita.

Se supererà questa tempesta, lo farà da sopravvissuto. Ma se non la supererà, cadrà come molti prima di lui: non per un reato, ma per aver lasciato che il dubbio lo precedesse.

Luigi Palamara Tutti I diritti riservati

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1 Commenti

  1. Ho una estrema fiducia nel Presidente Occhiuto. Sono certa che la maggior parte dei calabresi lo stimi per la sua onestà e per la sua concretezza. Se oggi si parla di turisti in Calabria è perché è stato lui a far decollare l' aeroporto Minniti , che altri erano pronti a chiudere.

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