Il giornalismo: la mia ultima sigaretta. Non fumo più, ma mai lascerò il vizio ... di fare il giornalista

Il giornalismo: la mia ultima sigaretta.
Non fumo più, ma mai lascerò il vizio ... di fare il giornalista
L'Editoriale di Luigi Palamara 
Come Zeno Cosini con le sue sigarette, io con il giornalismo. Non fumo tabacco, fumo parole. E ogni articolo che scrivo ha in calce, invisibile, quell’annotazione che Svevo mise in bocca al suo protagonista: US, ultima sigaretta. Un atto di resa e insieme di sfida, un arrivederci che non è mai addio.

Ogni pezzo dovrebbe essere l’ultimo. L’ultimo per onestà, per coerenza, per quella mania che ci prende di chiudere i conti con la coscienza. E invece il giorno dopo eccoci di nuovo, come il condannato che giura “mai più” e poi ricade nel vizio. Perché il giornalismo non si lascia, non si smette: ti divora, ti perseguita, ti tiene sveglio di notte più del caffè e delle guerre.

Questo mestiere è una condanna a vita, e chi lo fa davvero non se ne libera neppure in punto di morte. Io, più modestamente, metto quella sigla: US. Non per posa letteraria, ma perché la trappola è sempre la stessa. Domani sarà di nuovo il primo giorno dell’ultima sigaretta.

Ecco il giornalismo: un vizio confessato, mai guarito. Una dipendenza che non porta pace, ma nemmeno vorremmo curare.

Aspettando LPV ... La Prossima Volta cambiando sigla e più decisi di ieri.

Luigi Palamara 
Tutti i diritti riservati 
Reggio Calabria 30 settembre 2025

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