Non mi insegnerete il mestiere. Non ne sareste in grado.

Non mi insegnerete il mestiere. Non ne sareste in grado.

L'Editoriale di Luigi Palamara


Ho fatto più di trentamila servizi video. Ho scritto oltre ientimila articoli. Editoriali, inchieste, interviste. Milioni di persone hanno letto, visto, commentato.
Sono passato cin i miei servizi per tutte le televisioni nazionali, e anche oltre confine. I miei servizi sono stati ripresi, copiati, discussi, citati: hanno lasciato un segno, nel bene e nel male.
Eppure, nonostante tutto, so che devo ancora imparare. Lo so e lo accetto: chi non impara più, è già morto.

Ma una cosa non accetto: sentirmi dire che non sono credibile.
Questo, permettetemelo, è insulto gratuito.
Chi mi accusa di mancare di credibilità, probabilmente è abituato a un giornalismo servile, addomesticato, quello che si piega all’odore del potere come il cane al padrone.
Io non sono di quella razza. E chi cerca un servo, qua non lo troverà.

Io sono un uomo libero.
Ho fondato giornali, ho scritto senza padroni, ho parlato senza filtri. Non ho mai preso un centesimo di soldi pubblici, non ho mai venduto un’opinione, non ho mai indossato la livrea né della destra né della sinistra.
Perché cambiare bandiera, a seconda del vento, è mestiere da cortigiani, non da giornalisti.

Per questo, non datemi suggerimenti non richiesti.
Non tentate di spiegarmi come si fa il mestiere. Lo conosco. Lo vivo ogni giorno, da troppi anni.

Ascolto tutti, questo sì. Attingo da chiunque incroci il mio cammino — anche dal più umile, anche da chi non sa di insegnare. Ma non accetto lezioni da chi non ha mai pagato il prezzo della libertà.

Giudicatemi pure, se vi serve a sentirvi migliori. Ma non pretendete che mi interessi.
Non vi ho chiesto nulla. Non vi devo nulla.
Leggete, se volete. Se no, passate oltre.

Io non sono qui per compiacervi.
Sono qui per dire ciò che penso.

E per farlo, continuerò a pagare il prezzo che la libertà impone — senza sconti, senza padroni, senza paura.

Luigi Palamara
Tutti i diritti riservati

#editoriale #luigipalamara

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