Non riesco

Non riesco
L'Editoriale di Luigi Palamara


Non so raccontare la notizia come se fosse un freddo oggetto di cronaca. Non posso starmene distante, impassibile, mentre accadono cose che si dovrebbero sentire fino al midollo. Non riesco a fare domande che siano solo gentili, educatamente inutili: le mie domande sono spesso considerate impertinenti. E va bene così.

Non riesco a non controbattere alle risposte di comodo, alle parole vuote che cercano di mascherare interessi, alle frasi ipocrite pronunciate da chi dovrebbe servire il pubblico e invece serve se stesso. Non riesco a stare zitto di fronte a chi occupa posizioni pubbliche e porta sulle spalle responsabilità enormi. Non ci riesco.

A volte mi domando se tutto questo serva davvero a qualcuno, se la mia ostinazione abbia senso. Poi cammino per strada, incrocio gli sguardi della gente, e vedo un sorriso, un cenno, un’ombra di gratitudine o di complicità. E in quell’istante ogni dubbio svanisce.

Perché scrivere, interrogare, dissentire, è tutto quello che posso fare. È il mio modo di non tradire chi crede ancora che la verità, anche scomoda, conti più della comoda menzogna.

Non riesco. E, incredibilmente, va bene così.

Luigi Palamara
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