A Reggio Calabria chi rappresenta il vero PD?

A Reggio Calabria chi rappresenta il vero PD?
L'Editoriale di Walter Dorian


È stato un clima surreale quello vissuto questa mattina nell’Aula Consiliare “Battaglia” di Palazzo San Giorgio, per quello che passerà alla storia come l’ultimo Consiglio comunale di Giuseppe Falcomatà, ormai eletto in Consiglio regionale dopo il voto del 5 e 6 ottobre. Dodici anni di amministrazione si chiudono così, in un’atmosfera che ha il sapore amaro degli addii non pacificati.

A rendere ancora più teso il passaggio di consegne è stato il comportamento del Partito Democratico, che ha preso nettamente le distanze dalle ultime scelte di giunta del sindaco. Una posizione dura e inaspettata che ha impedito all’Aula di approvare gli atti finali dell’amministrazione: una variazione di bilancio e alcuni debiti fuori bilancio. Una forma di ostruzionismo politico, culminata nell’uscita dall’Aula dei consiglieri del PD e di Rinascita Comune subito dopo il voto di incompatibilità del sindaco, come segno di sfiducia nei confronti di Falcomatà. Al centro della contestazione, la nuova giunta incaricata di traghettare l’ente fino alle elezioni del maggio 2026, considerata frutto di scelte unilaterali.

A fotografare il paradosso è stato il consigliere della Lega Giuseppe De Biasi, che dagli scranni dell’opposizione ha ricordato come Falcomatà fosse stato acclamato dal PD durante l’assemblea ANCI di Bologna. “Lì lo applaudono, qui lo sfiduciano” ha detto, sollevando una domanda inevitabile: qual è il vero PD?

Se si osservano i numeri, l’interpretazione si fa ancora più complessa. Il gruppo PD che oggi si è opposto a Falcomatà — insieme al gruppo “satellite” che ha seguito la stessa linea — rappresenta un peso elettorale assai più ridotto rispetto a quello espresso dal sindaco alle regionali. Falcomatà ha raccolto 6.091 preferenze, senza considerare le oltre 2.000 voti di Lucia Nucera, rimasta fedele alla linea del primo cittadino. Al contrario, il candidato Ranuccio, sostenuto dalla segreteria regionale del partito e dai consiglieri che oggi hanno preso le distanze da Falcomatà, in città si è fermato a un dato decisamente inferiore: 1862 preferenze.

Di quale PD parliamo, dunque?
Quello che oggi si è opposto al suo stesso sindaco appare, numeri alla mano, un PD di minoranza. Il “vero PD”, quello maggioritario sul piano del consenso, sembrerebbe essere proprio quello rappresentato da Falcomatà.

La giornata di oggi, invece, ha mostrato uno scenario opposto: un partito che — nel momento decisivo — sembra voler consegnare su un vassoio d’argento la vittoria al centrodestra. Un centrodestra che, peraltro, negli ultimi dodici anni non è riuscito a incidere in maniera significativa sulle dinamiche cittadine né sul piano della proposta né su quello della denuncia politica.

Resta un interrogativo politico di fondo: cosa ne penserà la segretaria nazionale Elly Schlein di questo paradosso?
Un conflitto interno che non solo indebolisce il PD in vista delle sfide future, ma che soprattutto non fa bene alla città e ai suoi cittadini. Una pagina che lascia l’amaro in bocca e che segna un altro momento basso della politica locale, troppo spesso ripiegata su logiche di appartenenza e piccoli equilibri di potere, e troppo poco orientata al bene comune.

Un finale di partita che Reggio Calabria non meritava.

Walter Dorian giornalista di CartaStraccia.News
Tutti i diritti riservati
Reggio Calabria 17 novembre 2025

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