Elezioni Comunali a Reggio Calabria. Se Sparta piange, Atene non ride.

Elezioni Comunali a Reggio Calabria.  Se Sparta piange, Atene non ride.

L'Editoriale di Luigi Palamara


Un vecchio proverbio a Reggio Calabria calza come un guanto: se Sparta piange, Atene non ride. E qui né l’una né l’altra hanno molto da festeggiare, perché a un centrosinistra che affonda come un peschereccio sgangherato, non corrisponde un centrodestra capace di navigare a vele spiegate senza litigare sul timone.

Le elezioni comunali del 2026 sembrano, numeri alla mano, una partita già chiusa. Il centrodestra di Francesco Cannizzaro avanza con la sicurezza di chi sente di avere già la vittoria in tasca. Ed è vero: i risultati delle Regionali del 5 e 6 ottobre 2025 sono stati un macigno. Per chi finge di non capire, ribadiamolo: sì, sono elezioni diverse. Ma proprio per questo, la forbice rischia di essere persino più larga.

La città vuole cambiare. Lo reclama come un diritto naturale, quasi fisiologico dopo undici anni di amministrazione Falcomatà—undici anni non arrivati per caso. Il centrosinistra oggi paga tutto: errori suoi e aspettative tradite. Trovare un successore all’altezza è improbabile; trovarne uno migliore, impossibile. È così quando si consuma un ciclo politico troppo lungo: si finisce per invecchiare anche le idee, oltre che le poltrone.

Eppure sarebbe ingenuo pensare che il centrodestra stia scongelando lo champagne. Perché il problema non è vincere: quello lo farà. Il problema è chi comanderà. Cannizzaro, piaccia o meno, ha numeri, rete e radicamento per rivendicare la leadership. Ma in politica non basta essere il più forte: bisogna essere anche il più giusto, o il più utile. E Cannizzaro, oggi, potrebbe essere entrambe le cose… oppure nessuna, se la scelta del candidato non ricadrà su di lui.

C’è chi sussurra il nome di Giusi Princi, europarlamentare di Forza Italia: profilo pulito, spendibile, gradito a molti e indigesto a pochi. Una candidatura che metterebbe ordine e toglierebbe parecchie castagne dal fuoco, placando persino i malumori di Lega, Fratelli d’Italia e—udite udite—dello stesso Giuseppe Scopelliti.

Già, Scopelliti. Politico tanto abile quanto ingombrante, allergico al ruolo di semplice comparsa. Con la partita regionale chiusa e Franco Sarica fuori dai giochi in Consiglio Regionale, il suo sguardo torna a puntare sulla poltrona che meglio conosce: quella del sindaco di Reggio Calabria. E lì, inutile dirlo, le cose si complicano. Perché se c’è uno capace di contrastare Cannizzaro sul campo del consenso e del controllo, quello è proprio lui. Giuseppe Scopelliti.

Fratelli d’Italia, nel frattempo, si ritrova a fare i conti con la sua cronica mancanza di un vero riferimento locale. L’unico nome spendibile è Giovanni Calabrese, oggi assessore regionale, politico esperto abbastanza da sedere ai tavoli reggini con peso specifico. La Lega invece è ridimensionata, quasi un convitato di pietra: ascoltata per dovere, determinante per nessuno.

E così il quadro è questo: il centrosinistra piange; il centrodestra non ride. È la Reggio Calabria politica, signori: qui nessuno ride mai davvero, e chi ride lo fa per poco.

Ma c'è una regola non scritta: chi sta per vincere trova sempre una soluzione. E Cannizzaro lo sa bene: l’importante non è partire in vantaggio, è non inciampare sul traguardo.

Intanto i motori sono accesi. E come sempre accade in questa città antica e ferita, il rumore non viene mai dal vincitore: ma da chi non si rassegna a perdere.

Luigi Palamara
Tutti i diritti riservati
Reggio Calabria 25 novembre 2025










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