Falcomatà, il nome che il Pd teme: Principe rompe il silenzio e svela l’unica verità

Falcomatà, il nome che il Pd teme: Principe rompe il silenzio e svela l’unica verità
L'Editoriale di Luigi Palamara


Il tratto distintivo nella politica calabrese? La tendenza irresistibile all’autolesionismo. Non serve un sociologo per capirlo, basta leggere le reazioni scomposte dei soliti "capibastone" del Pd ogni volta che un nome vero, uno che alle urne non scappa ma ci va, rischia di prendere il sopravvento.

E così, mentre le retrovie del partito si affannano a tendere trappole e a tessere piccole congiure da corridoio, arriva Sandro Principe — uno che nella politica qualcosa l’ha fatta davvero, e non su Facebook — a ricordare a tutti una verità talmente lapalissiana che quasi imbarazza doverla pronunciare.

Principe dice ciò che molti pensano e pochi hanno il coraggio di sottoscrivere: se Tridico tornerà a Bruxelles, la guida del centrosinistra in Consiglio regionale ha già un nome. E quel nome è Giuseppe Falcomatà.

Ora, possiamo anche giocare a fare i sofisti, a misurare con il calibro la “linea politica”, il pedigree correntizio, il tasso di simpatia presso questo o quel segretario territoriale. Ma resta il fatto: Falcomatà ha governato una delle città più complicate d’Italia per undici anni. Ha vinto sfide che ad altri avrebbero fatto tremare i polsi. Si è preso responsabilità vere, ha pagato costi politici veri e, che piaccia o no, è l’unico che riesce ancora a spostare consenso.

In altre parole: è uno che sa amministrare, governare e fare politica ad alti livelli.

E qui sta il punto dolente, quello che fa saltare i nervi ai capetti che vivono di equilibrio tra due riunioni invece che tra due elezioni: la leadership vera non si nomina, non si contende nei retrobottega. Esiste, e basta. E quando c’è, o la si riconosce, o la si subisce.

In Calabria oggi il centrosinistra naviga in un mare agitato, spesso senza rotta. A maggior ragione servirebbe qualcuno capace di fare opposizione con la schiena dritta e la parola chiara. Principe lo dice apertamente: Falcomatà ha i titoli, l’esperienza, la tempra.

E allora la domanda è semplice:
vuole il Pd calabrese una guida, o preferisce continuare a fare melina mentre la Regione scivola altrove?

Perché, alla fine, la politica è questo: scegliere se stare dalla parte di chi costruisce, o da quella di chi intralcia. Principe ha scelto. Ora tocca agli altri trovare il coraggio di dirlo ad alta voce.

Luigi Palamara
Tutti i diritti riservati
Reggio Calabria 16 novembre 2025

#sandroprincipe
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@luigi.palamara Falcomatà, il nome che il Pd teme: Principe rompe il silenzio e svela l’unica verità L'Editoriale di Luigi Palamara Il tratto distintivo nella politica calabrese? La tendenza irresistibile all’autolesionismo. Non serve un sociologo per capirlo, basta leggere le reazioni scomposte dei soliti "capibastone" del Pd ogni volta che un nome vero, uno che alle urne non scappa ma ci va, rischia di prendere il sopravvento. E così, mentre le retrovie del partito si affannano a tendere trappole e a tessere piccole congiure da corridoio, arriva Sandro Principe — uno che nella politica qualcosa l’ha fatta davvero, e non su Facebook — a ricordare a tutti una verità talmente lapalissiana che quasi imbarazza doverla pronunciare. Principe dice ciò che molti pensano e pochi hanno il coraggio di sottoscrivere: se Tridico tornerà a Bruxelles, la guida del centrosinistra in Consiglio regionale ha già un nome. E quel nome è Giuseppe Falcomatà. Ora, possiamo anche giocare a fare i sofisti, a misurare con il calibro la “linea politica”, il pedigree correntizio, il tasso di simpatia presso questo o quel segretario territoriale. Ma resta il fatto: Falcomatà ha governato una delle città più complicate d’Italia per undici anni. Ha vinto sfide che ad altri avrebbero fatto tremare i polsi. Si è preso responsabilità vere, ha pagato costi politici veri e, che piaccia o no, è l’unico che riesce ancora a spostare consenso. In altre parole: è uno che sa amministrare, governare e fare politica ad alti livelli. E qui sta il punto dolente, quello che fa saltare i nervi ai capetti che vivono di equilibrio tra due riunioni invece che tra due elezioni: la leadership vera non si nomina, non si contende nei retrobottega. Esiste, e basta. E quando c’è, o la si riconosce, o la si subisce. In Calabria oggi il centrosinistra naviga in un mare agitato, spesso senza rotta. A maggior ragione servirebbe qualcuno capace di fare opposizione con la schiena dritta e la parola chiara. Principe lo dice apertamente: Falcomatà ha i titoli, l’esperienza, la tempra. E allora la domanda è semplice: vuole il Pd calabrese una guida, o preferisce continuare a fare melina mentre la Regione scivola altrove? Perché, alla fine, la politica è questo: scegliere se stare dalla parte di chi costruisce, o da quella di chi intralcia. Principe ha scelto. Ora tocca agli altri trovare il coraggio di dirlo ad alta voce. Luigi Palamara Tutti i diritti riservati Reggio Calabria 16 novembre 2025 #sandroprincipe #giuseppefalcomatà #reggiocalabria #calabria #politica ♬ suono originale - Luigi Palamara

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