Il Calendario dell’Arma: il tempo, la memoria, l’Italia

Il Calendario dell’Arma: il tempo, la memoria, l’Italia
L'Editoriale di Luigi Palamara


Ancora c'è chi crede che un calendario serva solo a misurare il tempo. A contare i giorni, a incasellare settimane e mesi, a ricordare scadenze e appuntamenti. E poi c’è il Calendario dell’Arma dei Carabinieri, che da decenni sfugge a questa banalità aritmetica del vivere.
Non è un oggetto, è una storia. Una cronaca in immagini e parole che racconta un popolo, la sua gente, la sua coscienza. Racconta i Carabinieri — e dunque racconta l’Italia.

Perché l’Italia, quella vera, quella che non fa rumore ma resiste, vive ogni giorno accanto a loro. Li incontra all’alba nelle strade ancora fredde, nei borghi dimenticati, nelle periferie che cercano un senso. Li chiama quando ha paura, li trova quando ha bisogno. I Carabinieri sono la mano che ferma il crimine, ma anche quella che rialza chi è caduto. Sono l’ordine, sì, ma anche la pietà.

Oggi, nel presentare il Calendario dell’Arma 2026, il Generale Cesario Totaro, comandante provinciale dei Carabinieri di Reggio Calabria, ha restituito questo spirito con parole semplici e autentiche. Ha mostrato non un almanacco, ma un racconto. Ogni mese, un frammento di vita. Ogni immagine, un gesto, un valore, un’emozione che scandisce il tempo del servizio, dell’onore, della dedizione.

E così, anno dopo anno, la presentazione del Calendario è diventata un rito civile, un piccolo momento di orgoglio nazionale. Perché in quelle pagine illustrate non si celebra solo un’istituzione: si racconta l’anima di un Paese.
Un Paese imperfetto, fragile, talvolta smemorato, ma che ancora riconosce nei Carabinieri la sua parte migliore: quella che non cede, non baratta la verità, non rinuncia al dovere.

Non è più solo un calendario, questo. È un frammento di storia che si rinnova, un simbolo di continuità in un tempo che tutto consuma.
E sfogliarlo — mese dopo mese, anno dopo anno — significa ricordare che l’Italia, nonostante tutto, è ancora capace di credere in se stessa.

Luigi Palamara
Tutti i diritti riservati
Reggio Calabria 12 novembre 2025

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@luigi.palamara Il Calendario dell’Arma: il tempo, la memoria, l’Italia L'Editoriale di Luigi Palamara Ancora c'è chi crede che un calendario serva solo a misurare il tempo. A contare i giorni, a incasellare settimane e mesi, a ricordare scadenze e appuntamenti. E poi c’è il Calendario dell’Arma dei Carabinieri, che da decenni sfugge a questa banalità aritmetica del vivere. Non è un oggetto, è una storia. Una cronaca in immagini e parole che racconta un popolo, la sua gente, la sua coscienza. Racconta i Carabinieri — e dunque racconta l’Italia. Perché l’Italia, quella vera, quella che non fa rumore ma resiste, vive ogni giorno accanto a loro. Li incontra all’alba nelle strade ancora fredde, nei borghi dimenticati, nelle periferie che cercano un senso. Li chiama quando ha paura, li trova quando ha bisogno. I Carabinieri sono la mano che ferma il crimine, ma anche quella che rialza chi è caduto. Sono l’ordine, sì, ma anche la pietà. Oggi, nel presentare il Calendario dell’Arma 2026, il Generale Cesario Totaro, comandante provinciale dei Carabinieri di Reggio Calabria, ha restituito questo spirito con parole semplici e autentiche. Ha mostrato non un almanacco, ma un racconto. Ogni mese, un frammento di vita. Ogni immagine, un gesto, un valore, un’emozione che scandisce il tempo del servizio, dell’onore, della dedizione. E così, anno dopo anno, la presentazione del Calendario è diventata un rito civile, un piccolo momento di orgoglio nazionale. Perché in quelle pagine illustrate non si celebra solo un’istituzione: si racconta l’anima di un Paese. Un Paese imperfetto, fragile, talvolta smemorato, ma che ancora riconosce nei Carabinieri la sua parte migliore: quella che non cede, non baratta la verità, non rinuncia al dovere. Non è più solo un calendario, questo. È un frammento di storia che si rinnova, un simbolo di continuità in un tempo che tutto consuma. E sfogliarlo — mese dopo mese, anno dopo anno — significa ricordare che l’Italia, nonostante tutto, è ancora capace di credere in se stessa. Luigi Palamara Tutti i diritti riservati Reggio Calabria 12 novembre 2025 #cesariototaro #carabinieri #reggiocalabria #calendario2026 #luigipalamara ♬ suono originale - Luigi Palamara
@luigi.palamara L'INTERVISTA AL GENERALE DEI CARABINIERI CESARIO TOTARO Il Calendario dell’Arma: il tempo, la memoria, l’Italia L'Editoriale di Luigi Palamara Ancora c'è chi crede che un calendario serva solo a misurare il tempo. A contare i giorni, a incasellare settimane e mesi, a ricordare scadenze e appuntamenti. E poi c’è il Calendario dell’Arma dei Carabinieri, che da decenni sfugge a questa banalità aritmetica del vivere. Non è un oggetto, è una storia. Una cronaca in immagini e parole che racconta un popolo, la sua gente, la sua coscienza. Racconta i Carabinieri — e dunque racconta l’Italia. Perché l’Italia, quella vera, quella che non fa rumore ma resiste, vive ogni giorno accanto a loro. Li incontra all’alba nelle strade ancora fredde, nei borghi dimenticati, nelle periferie che cercano un senso. Li chiama quando ha paura, li trova quando ha bisogno. I Carabinieri sono la mano che ferma il crimine, ma anche quella che rialza chi è caduto. Sono l’ordine, sì, ma anche la pietà. Oggi, nel presentare il Calendario dell’Arma 2026, il Generale Cesario Totaro, comandante provinciale dei Carabinieri di Reggio Calabria, ha restituito questo spirito con parole semplici e autentiche. Ha mostrato non un almanacco, ma un racconto. Ogni mese, un frammento di vita. Ogni immagine, un gesto, un valore, un’emozione che scandisce il tempo del servizio, dell’onore, della dedizione. E così, anno dopo anno, la presentazione del Calendario è diventata un rito civile, un piccolo momento di orgoglio nazionale. Perché in quelle pagine illustrate non si celebra solo un’istituzione: si racconta l’anima di un Paese. Un Paese imperfetto, fragile, talvolta smemorato, ma che ancora riconosce nei Carabinieri la sua parte migliore: quella che non cede, non baratta la verità, non rinuncia al dovere. Non è più solo un calendario, questo. È un frammento di storia che si rinnova, un simbolo di continuità in un tempo che tutto consuma. E sfogliarlo — mese dopo mese, anno dopo anno — significa ricordare che l’Italia, nonostante tutto, è ancora capace di credere in se stessa. Luigi Palamara Tutti i diritti riservati Reggio Calabria 12 novembre 2025 #cesariototaro #carabinieri #reggiocalabria #calendario2026 #luigipalamara ♬ suono originale - Luigi Palamara

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