Il PD reggino: il partito che non c’è ma pretende tutto.

Il PD reggino: il partito che non c’è ma pretende tutto.
La rivolta del nulla, contro la città e contro sé stesso.
L'Editoriale di Luigi Palamara 

A Reggio Calabria, dove la politica somiglia più a una saga familiare che a un’istituzione repubblicana, si sta consumando l’ennesimo capitolo di un dramma che ha il lusso di non sorprendere più nessuno. Il Partito Democratico, quello locale, quello che sulla carta dovrebbe essere la spina dorsale del centrosinistra, oggi è poco più di un acronimo svuotato, una targa appesa al nulla.

Una sola sezione attiva su quindici previste.
Zero radicamento.
Zero presenza nei quartieri, nei circoli, nelle periferie.

Eppure pretende di dettare legge.
Di impartire ordini.
Di imporre veti, assessori, vicesindaci, ostracismi.

Pretende perfino di condizionare Giuseppe Falcomatà, l’unico, diciamolo chiaramente, ad avere un consenso reale, popolare, costruito in undici anni di amministrazione, ereditando la memoria del padre e ricostruendo dalle macerie una città che altri, prima di lui, avevano lasciato marcire.

Il PD reggino vive invece di una rendita che non ha mai prodotto.
Usurpa vittorie che non gli appartengono.
Si presenta come il perno del centrosinistra mentre è reduce da tre sconfitte regionali consecutive e da una costellazione di disfatte nei territori: Rende, Corigliano, Paola, e potremmo continuare fino a consumare l’inchiostro.

Il senatore Alfieri, calato sullo Stretto come inviato speciale della segretaria Schlein, avrebbe dovuto mettere ordine. Era stato accolto persino dall’opposizione come l’ultima occasione per chiudere una stagione indecorosa.

E invece si è trovato davanti non un partito, ma un fortino assediato da se stesso:
una corte di pochi, pochissimi dirigenti senza popolo;
un consigliere divorato dal protagonismo;
un gruppo che non ha più un elettorato da rappresentare e quindi rappresenta solo se stesso.

Nessuna proposta.
Nessuna analisi.
Nessuna idea.

Solo pretese.

E quando in aula nel Consiglio Comunale del 29 novembre 2025 arrivano atti tecnici inevitabili, quelli che servono a riconoscere sentenze, evitare ulteriori debiti, limitare il danno all’erario,  il PD cosa fa?

Si eclissa.
Abbandona l’aula.
Si rifugia nelle retrovie della città, come se potesse nascondersi dalla responsabilità.

Alfieri, uomo abituato a teatri ben più complessi, e la diplomazia internazionale non è proprio un gioco di società, non aveva ancora visto cosa significa trattare con chi non vuole trattare: un gruppo dirigente che non accetta mediazioni, non rispetta le proprie stesse figure nazionali, non tollera che qualcuno, fosse anche il proprio sindaco, possa ottenere risultati.

Così la soluzione costruita faticosamente grazie alla disponibilità di Giusepp Falcomatà, il giovedì precedente, diventa improvvisamente indigesta.
E accade l’impossibile: il centrodestra, per una volta, fa un figurone. Garantisce l’approvazione dei debiti fuori bilancio, evitando danni ai cittadini uscendo dall'aula.

Il PD invece si sottrae.
Ridicolizza il suo mediatore.
Si ribella persino al proprio partito nazionale.
Tradisce la fiducia di chi lo ha votato, e soprattutto tradisce il sindaco che lo ha portato due volte alla vittoria in una città che non perdona facilmente.

Non si interroga mai sui propri limiti.
Non si domanda cosa non funzioni.
Non offre una visione, un progetto, una linea.

Prepara solo la vendetta.
La vendetta contro Falcomatà, colpevole di una colpa imperdonabile: vincere.
Vincere dove loro perdono.
Vincere senza chiedere permesso alla piccola oligarchia locale.

Per qualcuno, qui, una sconfitta del centrosinistra sarebbe più sopportabile di una vittoria del proprio sindaco: perché la vittoria di Falcomatà dimostra ogni volta che il PD, da solo, non esiste.

E allora la domanda che rimbalza dalla storia romana ai corridoi del Comune di Reggio Calabria è inevitabile, antica, amara, e oggi più che mai attuale:

Usque tandem, Partito Democratico, abuteris patientia nostrae?

Fino a quando abuserai della pazienza della tua stessa città?

Luigi Palamara 
Tutti i diritti riservati 
Reggio Calabria 30 novembre 2025

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