Il valzer delle poltrone e la danza dei cognati

Il valzer delle poltrone e la danza dei cognati
L'Editoriale di Luigi Palamara


Come sempre c'è una foto. Un gruppo di uomini e donne sorridenti, in posa davanti ai flash, con le mani giunte sul tavolo e lo sguardo di chi crede di incarnare il destino della propria terra. È la nuova “squadra” del presidente Roberto Occhiuto. Ma dietro quella foto – come dietro ogni fotografia di potere – si cela la sostanza amara della politica calabrese: un mosaico di fedeltà, parentele, equilibri e, inevitabilmente, sostituzioni.

Si parla di “nuova giunta”, ma è un déjà vu.
Gente di partito, cognati, mogli, ex consiglieri, sottosegretarie in prestito e funzionari che si scambiano le poltrone come figurine. È la Calabria che cambia tutto per non cambiare niente, dove l’aria del potere è sempre la stessa, solo che a volte sa di colonia, altre di incenso.

Forza Italia: il feudo degli azzurri
Gianluca Gallo resta all’Agricoltura. Lo chiamano “l’uomo solido”, perché in Calabria la solidità politica si misura con la fedeltà, non con i risultati. Accanto a lui, Pasqualina Straface, che da sindaca diventa assessora. Al suo posto entra in Consiglio Piercarlo Chiappetta, commercialista e cognato di Mario Occhiuto. In questa regione, la parentela non è un dettaglio: è un titolo di merito.

Poi ci sono loro, i patrioti di Giorgia Meloni. Giovanni Calabrese, ex sindaco, riceve l’assessorato allo Sviluppo economico e al Turismo. Al suo posto in Consiglio siede Daniela Iriti, moglie del sindaco di Roghudi Pierpaolo Zavettieri.

E ancora Antonio Montuoro, poliziotto e nuovo assessore alla Legalità. Un’assegnazione che sembra uscita da un manuale di satira politica: la legalità in mano alla fedeltà. Il suo posto in Consiglio lo tiene, provvisoriamente, la sottosegretaria Wanda Ferro, ma solo finché Roma non la reclama di nuovo. Poi subentrerà Filippo Pietropaolo, perché in questa musica delle poltrone non si resta mai senza una sedia.

Lega e dintorni: la mistica del potere
Filippo Mancuso, vicepresidente e uomo forte della Lega, resta al suo posto. Entra al suo posto in Consiglio Giampaolo Bevilacqua, funzionario regionale, nipote della mistica Natuzza Evolo. In Calabria nemmeno la santità resta fuori dal potere: ogni famiglia contribuisce, ciascuna con i propri miracoli.

La lista del presidente
Infine arriva la componente personale, la “Lista Occhiuto Presidente”, dove la fedeltà al capo è la più solida delle ideologie. Eulalia Micheli, moglie di Fabio Laganà (a sua volta cognato del compianto Fortugno), diventa assessora all’Istruzione e allo Sport. Tutto torna, tutto resta in famiglia.

Una giunta politica, non tecnica
Si dirà: almeno è una giunta politica. Certo. E per una volta è pure vero. Ma in Calabria, “politica” non significa responsabilità. Significa appartenenza.
Non si scelgono i migliori, si scelgono i più fedeli.
Non si cerca il merito, si tutela l’equilibrio.

Il presidente Occhiuto ha costruito una squadra che gli somiglia: elegante, composta, perfettamente calibrata sulle logiche di partito. Ma priva di quella scintilla civile che trasforma il potere in servizio.

E così, tra un cognato e una moglie, tra un fedelissimo e una surroga, la Calabria continua il suo cammino immobile. Cambiano i nomi, cambiano i sorrisi, ma la musica resta la stessa: quella del potere che non serve, ma si serve.

Luigi Palamara
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