Libera: il coraggio di dire ‘non ho paura’. I cento passi di una città che resiste.

Libera: il coraggio di dire ‘non ho paura’.
I cento passi di una città che resiste.
L'Editoriale di Luigi Palamara 
A Piazza Carmine sventolano le bandiere di Libera. Non sono bandiere decorative: sono un avvertimento. Sono il segnale che in questa città — che la cronaca vorrebbe piegata, rassegnata, ridotta al silenzio — c’è ancora qualcuno disposto a ricordare che la libertà non è un ornamento, ma una responsabilità.

Giuseppe Borrello, il coordinatore regionale di Libera Calabria, non fa retorica. Parla con la secchezza di chi la realtà la vede da vicino, senza filtri né ottimismi di professione. E ricorda a tutti, con una calma che ha il peso dei fatti, che gli atti intimidatori non sono folklore criminale: sono il tentativo ostinato della ’ndrangheta di dire “qui comando io”.

Personalmente ho molto apprezzato questo richiamo ai fatti, alla concretezza.
 La rassegnazione la considero un peccato mortale.

E infatti Borrello lo dice chiaro: Reggio Calabria non è indifferente. Non è rassegnata. Non vuole diventare il palcoscenico dei parassiti che vivono sulle spalle degli altri. Perché questa — e qui riecheggia il taglio fallaciano — non è vita. È sopravvivenza. Sopravvivenza senza dignità, senza libertà.

La scelta di Piazza Carmine non è casuale: a cento passi, come nel nome di Impastato, c’è stato l’ultimo attentato. Una strategia del terrore che vuole incidere il territorio come una firma. La criminalità — che sia “locale” o “organizzata”, poco importa — ragiona così: colpire, tacere, attendere che la gente si abitui.
L’abitudine lo sappiamo bene è la tomba delle democrazie.
La paura è il veleno con cui si addomesticano i popoli.

Ecco perché Borrello ripete che la guardia non va abbassata. Non oggi, non qui, non mai.
Perché il rischio non è solo la violenza: è l’indifferenza.
Il nemico più subdolo non è la pistola, ma la rassegnazione. È quel “non è cosa mia” che permette ai clan di diventare padroni, centimetro dopo centimetro.

La campagna di tesseramento di Libera, dunque, non è un rito amministrativo. È una dichiarazione di guerra civile — nel senso più alto, più etico del termine.
Tesserarsi non è un gesto simbolico: è un’assunzione di responsabilità. È dire che questa città ha ancora una spina dorsale. Che c’è chi non intende lasciarsi intimidire. Che la memoria, la trasparenza e la cittadinanza attiva non sono sogni da convegno, ma doveri.

Borrello ricorda che Libera non è solo un’associazione. È un tessuto vivo: scuole, cooperative, volontari, famiglie che non vogliono consegnarsi ai predatori in doppiopetto e oro di Calabria. È una rete di speranza che dura da trent’anni, e che continua a resistere.

Qui non si tratta di essere buoni, ma di essere vivi.
La civiltà si misura non dal numero dei monumenti, ma dalla quantità di cittadini che si rifiutano di barattare l’onestà con la paura.

E allora
Reggio Calabria resiste.
E resistere, oggi più che mai, significa scegliere da che parte stare.

Luigi Palamara 
Tutti i diritti riservati 
Reggio Calabria 26 novembre 2025
@luigi.palamara Libera: il coraggio di dire ‘non ho paura’. I cento passi di una città che resiste. L'Editoriale di Luigi Palamara A Piazza Carmine sventolano le bandiere di Libera. Non sono bandiere decorative: sono un avvertimento. Sono il segnale che in questa città — che la cronaca vorrebbe piegata, rassegnata, ridotta al silenzio — c’è ancora qualcuno disposto a ricordare che la libertà non è un ornamento, ma una responsabilità. Giuseppe Borrello, il coordinatore regionale di Libera Calabria, non fa retorica. Parla con la secchezza di chi la realtà la vede da vicino, senza filtri né ottimismi di professione. E ricorda a tutti, con una calma che ha il peso dei fatti, che gli atti intimidatori non sono folklore criminale: sono il tentativo ostinato della ’ndrangheta di dire “qui comando io”. Personalmente ho molto apprezzato questo richiamo ai fatti, alla concretezza. La rassegnazione la considero un peccato mortale. E infatti Borrello lo dice chiaro: Reggio Calabria non è indifferente. Non è rassegnata. Non vuole diventare il palcoscenico dei parassiti che vivono sulle spalle degli altri. Perché questa — e qui riecheggia il taglio fallaciano — non è vita. È sopravvivenza. Sopravvivenza senza dignità, senza libertà. La scelta di Piazza Carmine non è casuale: a cento passi, come nel nome di Impastato, c’è stato l’ultimo attentato. Una strategia del terrore che vuole incidere il territorio come una firma. La criminalità — che sia “locale” o “organizzata”, poco importa — ragiona così: colpire, tacere, attendere che la gente si abitui. L’abitudine lo sappiamo bene è la tomba delle democrazie. La paura è il veleno con cui si addomesticano i popoli. Ecco perché Borrello ripete che la guardia non va abbassata. Non oggi, non qui, non mai. Perché il rischio non è solo la violenza: è l’indifferenza. Il nemico più subdolo non è la pistola, ma la rassegnazione. È quel “non è cosa mia” che permette ai clan di diventare padroni, centimetro dopo centimetro. La campagna di tesseramento di Libera, dunque, non è un rito amministrativo. È una dichiarazione di guerra civile — nel senso più alto, più etico del termine. Tesserarsi non è un gesto simbolico: è un’assunzione di responsabilità. È dire che questa città ha ancora una spina dorsale. Che c’è chi non intende lasciarsi intimidire. Che la memoria, la trasparenza e la cittadinanza attiva non sono sogni da convegno, ma doveri. Borrello ricorda che Libera non è solo un’associazione. È un tessuto vivo: scuole, cooperative, volontari, famiglie che non vogliono consegnarsi ai predatori in doppiopetto e oro di Calabria. È una rete di speranza che dura da trent’anni, e che continua a resistere. Qui non si tratta di essere buoni, ma di essere vivi. La civiltà si misura non dal numero dei monumenti, ma dalla quantità di cittadini che si rifiutano di barattare l’onestà con la paura. E allora questo editoriale ha una sola conclusione possibile: Reggio Calabria resiste. E resistere, oggi più che mai, significa scegliere da che parte stare. Luigi Palamara Tutti i diritti riservati Reggio Calabria 26 novembre 2025 #giuseppeborrello #libera #calabria #reggiocalabria #luigipalamara ♬ suono originale - Luigi Palamara

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