Il fallito che si traveste da salvatore. Un inadempiente porta sfiga.

Il fallito che si traveste da salvatore.
Un inadempiente porta sfiga.
L'Editoriale di Luigi Palamara


Un tratto comune nei falliti di professione è quello che: arrivano nella tua vita con l’aria di chi ti sta facendo un favore. Parlano come se fossero venuti a soccorrerti, si muovono come missionari improvvisati, e ti dicono la frase più ridicola che un essere umano possa pronunciare senza arrossire: “Lo faccio per te.”

Mentono.
E lo fanno con la sicurezza di chi non ha niente da perdere.

Il fallito lo riconosci subito: non costruisce, non crea, non migliora. Rovina. È il suo talento naturale. Tocca la tua vita e la contamina; mette mano alle tue cose e si sgretolano; entra nei tuoi affari e si complicano. E ogni volta si presenta come il “risolutore”. Il suo trucco è semplice: fabbrica un problema, poi recita la parte dell’eroe che “ti salva”. È l’unico modo che conosce per sembrare utile. È  un truffatore seriale. Uno che non paga nessuno.

La verità è che non aiuta nessuno.
Porta solo guai, e quando se ne va lascia un odore di disordine che ti ci vuole tempo per ripulire.

Il fallito vive di invasione. Non ha una vita sua, quindi infilza la tua. Non ha un senso suo, quindi cerca di interpretare il tuo. Spia, giudica, analizza, prevede, commenta: rovista nella tua esistenza come un ladro maldestro. E poi si stupisce se trovi tutto fuori posto.

Eppure, questi personaggi hanno un pregio, uno soltanto: ti svegliano. Ti sbattono in faccia la realtà. Ti fanno capire dov’è il confine tra chi ti sostiene e chi ti consuma. Perché il fallito ha un marchio: si presenta come alleato, ma porta sventura; promette aiuto, ma semina caos; giura lealtà, ma resta un peso morto.

Il karma non ha bisogno di effetti speciali: basta toglierti di torno certa gente.

A chi si ostina a dar loro retta, la vita riserva un catalogo di disgrazie annunciato: ritardi, intoppi, guai che non avevi, problemi che non ti appartenevano. A chi invece li riconosce, li isola e chiude la porta a doppia mandata, succede il contrario: ordine, pace, e perfino un po’ di fortuna. Perché l’assenza di un fallito vale più della presenza di cento presunti amici.

E allora ecco la verità finale, cruda come deve essere:
i falliti entrano nella nostra vita per mostrarci cosa non dobbiamo diventare e da chi dobbiamo scappare.

Tutto il resto è rumore.
Loro sono la lezione.
E allontanarli è la sola vittoria che serve.

Luigi Palamara
Giornalista e Artista Aspromontàno

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