Il silenzio che tradisce: cronisti senza coraggio e verità soffocate.
L'Editoriale di Luigi Palamara
Ascolta! Nell'aria c'è un rumore più assordante di una sirena nelle notti d’estate: il silenzio della stampa locale. Un silenzio che non è pudore, non è prudenza, e nemmeno ignoranza. È complicità. È la pigrizia di chi ha tradito il mestiere e si accontenta di fare da passacarte al potere di turno, qualunque esso sia.
Li vedi, questi cronisti da salotto, impegnati in interviste che non pungono, non disturbano, non chiedono nulla. Parlano per non dire, scrivono per non esporsi. E quando arriva il comunicato stampa — Dio li benedica — scatta il loro unico sussulto vitale: il copia e incolla. Ma su casi veri, quelli scomodi, quelli che sporcano le mani e chiedono coraggio, cala la cappa di un’omertà che non appartiene al giornalismo, bensì alla servitù.
E mentre il territorio avrebbe bisogno di inchieste, loro preferiscono l’enfasi stucchevole di presentazioni di libri che nessuno leggerà, cerimonie inutili, passerelle culturali dove ci si scambia pacche sulle spalle e nulla più.
Poi arriva la notizia vera, quella che ribalta i tavoli, che chiede fiato, lucidità, schiena dritta. E allora accade il miracolo al contrario: il silenzio diventa più profondo. Un silenzio che urla, che graffia, che denuncia più di mille editoriali.
È in quel vuoto che si rivela la pochezza di chi dovrebbe raccontare i fatti e invece li sorvola come rondini codarde. Tradiscono la missione antica del giornalismo: disturbare i potenti, difendere i cittadini, fare luce dove altri preferiscono l’ombra.
Non servono eroi. Serve soltanto ricordare che un giornalista, se non rischia nulla, non vale nulla. E che il silenzio, quando è scelto, è più colpevole di qualsiasi menzogna.
Luigi Palamara
Giornalista e Artista Aspromontàno
#luigipalamara
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@luigi.palamara Il silenzio che tradisce: cronisti senza coraggio e verità soffocate. L'Editoriale di Luigi Palamara Ascolta! Nell'aria c'è un rumore più assordante di una sirena nelle notti d’estate: il silenzio della stampa locale. Un silenzio che non è pudore, non è prudenza, e nemmeno ignoranza. È complicità. È la pigrizia di chi ha tradito il mestiere e si accontenta di fare da passacarte al potere di turno, qualunque esso sia. Li vedi, questi cronisti da salotto, impegnati in interviste che non pungono, non disturbano, non chiedono nulla. Parlano per non dire, scrivono per non esporsi. E quando arriva il comunicato stampa — Dio li benedica — scatta il loro unico sussulto vitale: il copia e incolla. Ma su casi veri, quelli scomodi, quelli che sporcano le mani e chiedono coraggio, cala la cappa di un’omertà che non appartiene al giornalismo, bensì alla servitù. E mentre il territorio avrebbe bisogno di inchieste, loro preferiscono l’enfasi stucchevole di presentazioni di libri che nessuno leggerà, cerimonie inutili, passerelle culturali dove ci si scambia pacche sulle spalle e nulla più. Poi arriva la notizia vera, quella che ribalta i tavoli, che chiede fiato, lucidità, schiena dritta. E allora accade il miracolo al contrario: il silenzio diventa più profondo. Un silenzio che urla, che graffia, che denuncia più di mille editoriali. È in quel vuoto che si rivela la pochezza di chi dovrebbe raccontare i fatti e invece li sorvola come rondini codarde. Tradiscono la missione antica del giornalismo: disturbare i potenti, difendere i cittadini, fare luce dove altri preferiscono l’ombra. Non servono eroi. Serve soltanto ricordare che un giornalista, se non rischia nulla, non vale nulla. E che il silenzio, quando è scelto, è più colpevole di qualsiasi menzogna. Luigi Palamara Giornalista e Artista Aspromontàno #luigipalamara #giornalista #maestro #artista #aspromonte ♬ suono originale - Luigi Palamara
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