Quando i falliti si alleano: l’invidia come ultima arma dei mediocri.

Quando i falliti si alleano: l’invidia come ultima arma dei mediocri.

L'Editoriale di Luigi Palamara


C’è un’umanità che si riconosce a distanza. Non serve un pedigree né un curriculum: basta l’odore. Quello acre dell’invidia, della frustrazione, della mediocrità che cerca compagnia per non sentirsi sola. Così accade che un fallito – di quelli che non saldano un debito nemmeno con se stessi – e un imprenditore convinto d’aver già scalato l’Olimpo, si ritrovino alleati. Non per costruire, ché per costruire servono schiena dritta e nervi saldi. Ma per demolire. Chi? Chi fa meglio di loro. Mille volte meglio.

È una storia squallida, sì. Ma istruttiva. Perché i due, apparentemente incompatibili, in realtà hanno un cemento potentissimo: l’invidia. Quella che rode, che corrode, che li spinge a far comunella come ragazzini dispettosi nel cortile della scuola. Tentano di infastidire, di ostacolare, di trascinare nel fango chi li disturba semplicemente esistendo e facendo bene ciò che loro non riescono più nemmeno a immaginare.

Ma “la vita presenta sempre il conto”. E “il karma non è un’illusione orientale: è una frusta”. Ed eccoli, i nostri eroi da operetta, scoperti nelle loro piccole malefatte, costretti per la prima volta a rispondere non solo ad un tribunale, ma anche a quella cosa che più temono: la collettività. Lo sguardo degli altri. Il giudizio dei fatti.

E qui, lasciatemelo dire con malinconica lucidità, si vede la povertà vera: non quella del portafoglio, ma quella del cuore. La miseria morale di chi vive nel sospetto, nell’invidia, nel desiderio di trascinare gli altri nel proprio buio. Perché il dramma dell’uomo moderno è la perdita del senso di dignità. E questi personaggi, poveri di dignità prima ancora che di coraggio, ne sono la prova vivente.

E allora ecco l’insegnamento, semplice e duro come un pugno sul tavolo:
Chi si accompagna ai falliti dell’anima, ai presuntuosi che vivono di specchi e non di sostanza, finisce per affogare con loro. Perché la vita restituisce sempre ciò che le si dà. E l’invidia, quando torna indietro, torna con gli interessi.

Tenete lontane queste persone. Gli ipocriti, gli aridi, i nullafacenti travestiti da vincenti. Non hanno valore, non portano luce. Rubano tempo, energia, respiro. Cercano solo di trascinarvi nel loro pantano di buio e melma.

Non permetteteglielo. Mai. A nessuno.

Luigi Palamara

Artista e Giornalista
Aspromontàno

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