@luigi.palamara Pochi, antichi, insostituibili: l’amicizia non si improvvisa. L'Editoriale di Luigi Palamara E sia detto subito, senza giri di parole e senza zucchero sopra: non ho bisogno di nuovi amici. Non ne ho mai avuto bisogno. E meno che mai oggi, in un tempo in cui l’amicizia è diventata un badge da esibire e non un vincolo da onorare. Viviamo nell’epoca dei rapporti usa e getta, delle pacche sulle spalle interessate, dei sorrisi che durano quanto una convenienza. Tutti amici, nessun amico. Tutti presenti, nessuno affidabile. E allora permettetemi una dichiarazione che suonerà antipatica, ma necessaria: i falsi amici mi infastidiscono più dei nemici dichiarati. Almeno questi ultimi hanno il coraggio della chiarezza. A chi oggi si affaccia nella mia vita con l’aria di chi vuole “esserci”, senza esserci mai stato prima, dico una cosa semplice: stai alla larga. Non per superbia, ma per igiene morale. Non ho tempo da perdere con comparse dell’ultima ora, con presenze improvvisate che non hanno condiviso né il peso delle scelte né il prezzo delle sconfitte. Gli affetti veri non si improvvisano. Non bussano quando conviene. Non chiedono spazio, lo hanno già conquistato nel tempo, con la lealtà, con il silenzio, con la coerenza. Sono pochi, sì. Ma bastano. Anzi, avanzano. Perché alla fine, quando si spengono le luci e cade il sipario, non conta quanti ti chiamano amico. Conta chi è rimasto quando non c’era nulla da guadagnare. E a quelli — pochi, antichi, insostituibili — va tutto il mio tempo. Agli altri, nessun rimpianto. E nessuna porta aperta. Luigi Palamara Giornalista e Artista Aspromontàno
♬ suono originale - Luigi Palamara
Pochi, antichi, insostituibili: l’amicizia non si improvvisa.
L'Editoriale di Luigi Palamara
E sia detto subito, senza giri di parole e senza zucchero sopra: non ho bisogno di nuovi amici. Non ne ho mai avuto bisogno. E meno che mai oggi, in un tempo in cui l’amicizia è diventata un badge da esibire e non un vincolo da onorare.
Viviamo nell’epoca dei rapporti usa e getta, delle pacche sulle spalle interessate, dei sorrisi che durano quanto una convenienza. Tutti amici, nessun amico. Tutti presenti, nessuno affidabile. E allora permettetemi una dichiarazione che suonerà antipatica, ma necessaria: i falsi amici mi infastidiscono più dei nemici dichiarati. Almeno questi ultimi hanno il coraggio della chiarezza.
A chi oggi si affaccia nella mia vita con l’aria di chi vuole “esserci”, senza esserci mai stato prima, dico una cosa semplice: stai alla larga. Non per superbia, ma per igiene morale. Non ho tempo da perdere con comparse dell’ultima ora, con presenze improvvisate che non hanno condiviso né il peso delle scelte né il prezzo delle sconfitte.
Gli affetti veri non si improvvisano. Non bussano quando conviene. Non chiedono spazio, lo hanno già conquistato nel tempo, con la lealtà, con il silenzio, con la coerenza. Sono pochi, sì. Ma bastano. Anzi, avanzano.
Perché alla fine, quando si spengono le luci e cade il sipario, non conta quanti ti chiamano amico. Conta chi è rimasto quando non c’era nulla da guadagnare. E a quelli — pochi, antichi, insostituibili — va tutto il mio tempo. Agli altri, nessun rimpianto. E nessuna porta aperta.
Luigi Palamara
Giornalista e Artista Aspromontàno
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